La nostra Annalena

AnnalenaTonelli1Missionaria forlivese, ha vissuto per oltre 30 anni fra i Somali.
Negli ultimi 7 anni a Borama, Nord-Ovest della Somalia, a un’ora di aereo da Jibouti ha riattivato ospedale e ambulatorio per la cura e prevenzione della tubercolosi: un migliaio circa di malati e un ritmo intensissimo di lavoro.
Oltre alle cure mediche, ha iniziato anche : scuole di alfabetizzazione per bambini e adulti tubercolotici, corsi di istruzione sanitaria al personale paramedico, una scuola per bambini sordomuti e handicappati fisici.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità le forniva i medicinali essenziali e Annalena provvedeva alla spesa del mantenimento della struttura ospedaliera, agli stipendi per il personale, al cibo per i pazienti, a materiale e attrezzature scolastiche…
Questo Comitato (in contatto quasi giornaliero via fax) le inviava e continua a spedire medicinali, materiale sanitario e didattico, denaro.

remise_distinction-Nansen2003l’ONU l’ha insignita del prestigioso premio Nansen a Ginevra il 25 giugno 2003
IL giorno 30 Giugno alle ore 20,30 ha incontrato la città di Forlì
È deceduta in seguito ad un attentato a Borama il 5 Ottobre 2003

 

 

 

Saluto degli amici del Comitato

E’ morta colpita vilmente mentre, stanca, tornava nella sua modesta casa dopo la lunga giornata di lavoro all´ospedale.
Un gesto premeditato, un´esecuzione feroce.
Perché lo hanno fatto? I motivi possono essere tanti.
Nei 35 anni di dedizione alla causa dei poveri, Annalena si è prodigata per sfamare, guarire, istruire i suoi ″brandelli di umanità ferita″ e con uguale passione si è battuta perché uomini e donne, offesi nella loro dignità, maturassero nella consapevolezza dei loro diritti civili e morali.
Questo non le ha risparmiato minacce, calunnie, aggressioni a cui ha reagito con grande serenità nella consapevolezza che ″la morte è come la vita″.

Noi suoi amici, siamo rimasti sconvolti, ma mentre scorrono i giorni e le ore, ci rendiamo conto che lei è e sarà sempre viva per il dono che ci ha fatto della sua fede, dei suoi ideali, dei suoi sogni realizzati, della sua vita ardente, del suo stimolante esempio di generosità e di passione.
Più volte l´avevamo sentita esprimere il desiderio di rimanere sulla breccia fino alla morte. Ora ci è dolce pensarla nella gioia e immaginarla nella pace del deserto, terra della sua prima missione,, mentre continua a curare ″in ginocchio″ i suoi poveri, icona del suo amore cristiano.

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