La Messa sul Mondo

Carissime/i in un momento che invita al silenzio e alla riflessione ho condiviso con Maria Teresa questa preghiera di Pierre Teilhard de Chardin, prete e scienziato di grande spessore, uno dei maestri che Annalena e quelli della mia generazione hanno profondamente amato.

E’ tratta dal suo libro “Inno dell’Universo”  ed è stata scritta, tanti anni fa, in un momento in cui Teilhard si trovava sulle montagne desertiche di Ordos nella Mongolia  interna per una spedizione antropologica e nell’impossibilità di dir Messa.

Credo che rileggerla faccia bene a tutti, anche a chi dice di non credere.
Ve la inoltro in tutta semplicità, col solo scopo di condividere con voi l’offerta di un grande uomo il cui pensiero è una delle origini del Comitato. Grazie, 
Roberto Gimelli

Poiché ancora una volta, o Signore, non più nelle foreste dell’Aisne ma nelle steppe dell’Asia, sono senza pane, senza vino, senza altare, mi eleverò al di sopra dei simboli sino alla pura maestà del Reale, e Ti offrirò, io, Tuo sacerdote, sull’altare della Terra intera, il lavoro e la pena del Mondo.

… Sulla mia patena, porrò, o Signore, la messe attesa da questa nuova fatica e, nel mio calice, verserò il succo di tutti i frutti che oggi saranno spremuti.

Il mio calice e la mia patena sono le profondità di un’anima ampiamente aperta alle forze che, tra un istante, da tutte le parti della Terra, si eleveranno e convergeranno nello Spirito.

Vengano pertanto a me il ricordo e la mistica presenza di coloro che la luce ridesta per una nuova giornata.

Ad uno ad uno, o Signore, li vedo e li amo tutti quelli che mi hai dato quale sostegno e gioia naturale della mia esistenza.

Ad uno ad uno, conto anche i membri di quell’altra e tanto cara famiglia che, a poco a poco, a partire dagli elementi più disparati, è stata riunita attorno a me dalle affinità del cuore, della ricerca scientifica e del pensiero.

Più confusamente, ma tutti senza eccezione, evoco coloro la cui folla anonima costituisce la massa innumerevole dei viventi: quegli ignoti che mi circondano e mi sostengono a mia insaputa, quelli che vengono e quelli che se ne vanno, e soprattutto quelli che, nella verità o nell’errore, hanno fede nel progresso delle cose e, nell’ufficio, nel laboratorio o nella fabbrica, oggi, con passione, inseguiranno la luce. ……

Ricevi, o Signore, questa Ostia totale che la Creazione, mossa dalla Tua attrazione, presenta a Te nell’alba nuova. Questo pane, il nostro sforzo…. Questo vino, la nostra sofferenza…..non è purtroppo, sinora, che una bevanda dissolvente. Ma, in seno a questa massa informe, hai messo ne sono sicuro perché lo sento – un’irresistibile e santificante aspirazione che, dall’empio al fedele, ci fa tutti esclamare: «O Signore, rendici uno!».

….Tu mi hai dato, o Signore, una simpatia irresistibile per tutto ciò che si agita nella materia oscura, – poiché riconosco in me, senza rimedio, ben più di un figlio del Cielo, un figlio della Terra, – salirò stamane, in pensiero, sulle più alte vette, carico delle speranze e delle miserie di mia madre, e lassù. – in forza di un sacerdozio che solo Tu, credo, mi hai conferito, – su tutto ciò che, nella Carne dell’Uomo, si prepara a nascere o a perire sotto il sole che spunta, io invocherò il Fuoco.

Pierre Teilhard de Chardin

(da Inno dell’Universo)

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