Ecco l’ultimo numero del giornalino del Comitato – tanti approfondimenti!

Ultimo numero del giornalino 2017 Comitato per la lotta contro la fame nel Mondo

 

FABRIZIO TESORIERI

indimenticabile amico dei poveri e pellegrino di Dio

“Non c’è nulla che possa sostituire l’assenza di una persona cara…  il vuoto resta aperto. Dio non riempie il vuoto.  Egli non lo riempie affatto ma lo tiene espressamente aperto aiutandoci in tal modo a conservare la nostra antica reciproca comunione sia pur nel dolore. Ma la gratitudine trasforma il tormento del ricordo in gioia silenziosa. I bei tempi passati si portano in sé non come una spina, ma come un dono prezioso”. (Bonhoeffer)

E così è andato via o solamente…. un po’ più avanti… anche lui, Fabrizio Tesorieri, come tanti altri compagni del nostro comitato. E noi, gli amici della prima ora che fummo a lungo con lui, dagli anni sessanta e più intensamente dal 1969 al 1990 , quando accettò di essere il terzo presidente del Comitato per la lotta contro la  fame  (dopo il prof. Comandini e Schibuola)…. noi oggi  ci  sentiamo  dei sopravvissuti, molto più soli in questo ultimo tratto di vita che si fa ogni giorno sempre più in salita .

Quando se ne va un amico, un familiare, uno che ha condiviso con noi un pezzetto di strada ci sorprende ogni volta la triste constatazione che si interrompe per sempre ogni possibilità di contatto, di confronto, di comunicazione e ci afferra inevitabilmente il senso di colpa, il rimpianto di averlo privato, nel suo ultimo miglio di vita, della nostra compagnia, di una telefonata, di una lettera quando potevamo farlo almeno fino a  quando noi  stavamo bene e avevamo forze per tanti diversi impegni.

Succede anche oggi con Fabrizio, dopo il lungo tempo, della sua malattia in cui gli siamo stati lontani. Ci ha accompagnato spesso negli anni il pensiero che forse lui non avrebbe gradito visite, telefonate, incontri e oggi ci conforta un po’, solo un po’, il ricordo di quella sua natura schiva,  timida, silenziosa, poco amante delle parole.

Intorno agli anni sessanta, quando nel Movimento Laureati Cattolici si  formò un gruppo di studio sulla realtà sconvolgente della povertà e della  fame nel mondo, Fabrizio lavorò con passione insieme a noi per conoscere,  approfondire e sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi quasi ignorati del sottosviluppo e sullo scandalo di un Terzo Mondo defraudato dalla avidità  del primo.   Noi ci sentivamo i “dinamitardi dei poveri”: incontri pubblici dibattiti,  cineforum,  concerti,  spettacoli  nei  locali  pubblici,  anche  i  più politicamente disparati, nelle scuole, nei teatri, nelle parrocchie, nei circoli, poi per raccogliere fondi per iniziative concrete di solidarietà… mercatini dell’usato,  ‘bric a brac’  (indimenticabile il nostro Grilli il  “signore dei  rifiuti “, nel  suo negozietto in via Leoni Cobelli )…  noi sempre di corsa a portare avanti le    mille iniziative di quei due vulcani che erano Annalena e Pina .

Fabrizio  camminava  con  noi  sempre  molto  riservato, calmo, equilibrato, saggio, capace di assecondare e anche di ridimensionare con mitezza la nostra irruente generosa passione.Il famoso Campo Emmaus con la visita a Forlì dell’Abbè Pierre nel 1967 che scosse la vita tranquilla della città e fece svuotare solai e cantine con la raccolta a tappeto di ferro, carta, stracci, giocattoli, mobili, oggetti usati, segnò l’inizio di un impegno che si è intensificato negli anni e ha contribuito a dare una singolare fisionomia al Comitato che è diventato e continua ancora ad essere una associazione dei più  noti  cenciaioli  della città:  “cenciaioli per amore, per condivisione, per servizio”;  cenciaioli per amore degli ultimi delle periferie del mondo e anche della nostra città; Fabrizio, avvocato, uomo di cultura e di studio, con noi e come noi si è lasciato contagiare e direi anche evangelizzare dai poveri.

Quando Annalena partì per l’Africa lasciò il suo amatissimo casermone come preziosa eredità agli amici che rimanevano a casa. Fabrizio, con Anna, Azzurra     ed altri amici si è fatto carico di alcuni abitanti di quel casermone che aveva tutte    le  caratteristiche  delle  baraccopoli  e  delle  favelas  del Terzo Mondo, dove violenza, abusi, crimini coinvolgevano famiglie intere compresi vecchi e bambini.

In silenzio, con rigorosa fedeltà e nell’anonimato, Fabrizio, mentre portava avanti la sempre più impegnativa gestione del Comitato, è rimasto fedele a quella scomoda eredità, anche quando intorno agi anni novanta lasciò la presidenza del comitato per impegnarsi in ciò che avvertiva più congeniale alla sua natura, ai suoi anni e alle sue esperienze:  l’amicizia  ebraica –cristiana  e  poi l’Opus Dei.

Ma da quei poveri, da quegli ultimi, non si è mai allontanato e pochi lo sanno.

I ricordi sono tanti… la memoria li ha nel tempo affievoliti, ma c’è una cosa che mi preme ricordare ed è che Fabrizio ha creduto importante unire a tutte le varie iniziative  di  solidarietà del Comitato,  l’impegno costante della preghiera, della lettura comunitaria del Vangelo, dell’adorazione.Io dico sempre che il Comitato,  nato  come associazione laica, apartitica,  aconfessionale, ha avuto nel suo DNA  sin dall’inizio due anime: quella dell’azione per gli ultimi e quella della preghiera.

Mentre si realizzavano sempre nuove iniziative, che Pina veniva suggerendo  con i suoi viaggi,  i suoi contatti con le varie missioni  e  quelle che erano una risposta  agli  appelli  che  ci  venivano  dalle  varie  emergenze  nazionali  e internazionali (terremoti, alluvioni, carestie, siccità), c’era un gruppetto di noi che cercava un suo cammino spirituale.

            L’esperienza a Spello con Carlo Carretto ci portò a mettere in piedi in varie parrocchie della città, scuole di preghiera e serate di adorazione; il contatto a Monteveglio con la comunità di Dossetti ci trasmise la bellezza di ascoltare e pregare la Parola di Dio, la partecipazione ai convegni di Camaldoli  ci aprirono orizzonti impensabili sulla diversità, la ricchezza della diversità delle fedi.

            I  “dinamitardi dei poveri”  si  scoprirono  contemporaneamente “pellegrini” dell’Assoluto”,  dei cercatori di Dio,  e con la guida di Fabrizio  si ritrovavano fedelmente ogni settimana in semplici incontri di preghiera  e di confronto sulla Parola… o nella chiesa del Corpus Domini o in casa dell’Azzurra a cui Fabrizio è sempre  rimasto  fedele  e  legato  da  una  meravigliosa  e  per lei preziosa, insostituibile amicizia.  

Non ha parlato né scritto molto Fabrizio… era un silenzioso mistico di azione.Ciò che ci ha lasciato è scritto per sempre nei nostri cuori e il ricordo di  lui ci dona  quella  gioia profonda e silenziosa che mantiene pur nella sua assenza la  nostra “antica reciproca comunione “.

            Vogliamo ora dirgli la nostra gratitudine perché grazie a lui il Comitato ha continuato e intensificato nel tempo la sua avventura di solidarietà intorno al mondo e che quel sogno insieme di cenciaioli per amore e di amore alla Parola, si è concretizzato nelle nostre esistenze in varie e  individuali forme concrete di gratuità e di servizio agli ultimi sotto ogni  latitudine, ha illuminato  di senso la nostra giovinezza e ancora dà bagliori di luce al nostro tramonto….e vorremmo che quel sogno accendesse i cuori anche dei nostri giovani perché  “quando diventeranno vecchi potranno riscaldarsi (come dice don Tonino Bello)   alla brace dell’incendio  che è divampato nella loro giovinezza.”  

Come accade a noi.  Oggi.

Il Comitato per la lotta contro la fame nel mondo

(Maria Teresa Battistini) Forlì 24 Ottobre 2017

  A  CALDAROLA

  La vita continuamente è seme e pianta, tronco e rami, foglie e frutti.  La vita di tutti e di ciascuno.    (Sergio Zavoli)

     Forse sull’atlante geografico è appena un puntino, ma per noi del Comitato Caldarola da molti mesi è una delle opere dei nostri giorni così vicina è così legata alla sconvolgente realtà del terremoto, nata da un progetto a cui hanno lavorato con passione, intelligenza e amore in particolare Sergio, Roberto, Vanni e Davide.

     E così il 10 settembre scorso Caldarola ci appare come il cuore del mondo, al punto che l’eccezionalità dell’evento è sottolineata da un lato da una partecipazione straordinaria di soci e volontari che riempiono due pullman,  dall’altro da una pioggia torrenziale che, dopo mesi di siccità sotto un cielo invariabilmente senza nuvole, ci si rovescia addosso non appena arriviamo: tutto da tutto davanti al centro polifunzionale da inaugurare dice la festa, dalle bandierine e dai palloncini alle fasce tricolori dei sindaci, dalla banda di Camerino che suona la gioia del benvenuto e dell’accoglienza all’espressione solenne  e compunta  delle autorità locali che si preparano a dirci tutta la gratitudine e la soddisfazione per l’opera realizzata nella loro terra sconvolta.

     E veramente l’opera, una bella, ampia e solida struttura polifunzionale, è lì davanti a noi che la guardiamo con gioia e ammirazione, mentre per Sergio, Roberto, Vanni e Davide è quasi una propria creatura, frutto di tanti viaggi di lavoro e di tante preoccupazioni  ma anche di tanta speranza e tanto amore.

     Quando entriamo nella grande sala preparata per la Messa la luminosità dell’ambiente così leggero e,  contemporaneamente, così solido sembra aver vinto il grigio cupo, la pioggia e  il freddo della giornata e ci sentiamo accolti insieme con un bel numero di coppie – tra cui due forlivesi – che celebrano vari anniversari di matrimonio.  E’ la vita che vince e continua.

    Nel momento in cui il vescovo dà inizio alla celebrazione della Messa vorremmo cantare a gola spiegata il Magnificat pensando alla nostra storia di volontari che con lavoro quotidiano nei vari reparti fra le cose che sembravano ormai inutili hanno reso possibile questa costruzione in una terra che ci sta mostrando tutte le sue ferite.

     Al termine della Messa Roberto Gimelli e Andrea Saletti tracciano un profilo di Annalena per dare un volto alla persona a cui il centro polifunzionale è dedicato: pochi essenziali efficacissimi tratti e la nostra Annalena entra nel cuore di tutti con la forza delle sue parole incarnate in una vita che, fin dall’inizio, è tutta un “I care”,  mi sta a cuore.

     Sentiamo tutti profondamente e distintamente che proprio questo “I care” fatto di attenzione a tutti e a tutto fa cogliere l’abisso fra il volontario che mette al centro la gratuità,  l’essere che apre al mondo prima dell’ avere che circoscrive interessi e consensi e il politico che vuole emergere col suo operato:  da una parte parole scarne, disadorne, fatte di concretezza nella loro essenzialità, con tutti i verbi coniugati con “noi”  per soggetto, dall’altra parole, parole e ancora parole con “io” come soggetto di tutti i verbi coniugati con grande rilievo.

     E’ stato bello questo andare per incontrare un’opera concepita e cresciuta accanto a noi e, forse, per riconvertire tutta la fatica quotidiana tra lavoro che sembra non finire mai, rapporti difficili e incomprensioni in un “I care” che abbraccia il mondo.

     Davvero la vita, anche nei momenti più bui, è seme e pianta. E magari sui rami del grande albero nato da un piccolo seme macerato nell’oscurità vanno a posarsi gli uccelli che non solo fanno il loro nido ma, soprattutto, cantano la gioia e la bellezza dell’ esserci.   (Annamaria)

 

Una lettera appena arrivata da Agata Monaca (Assunta) dal Madagascar

Ove si vede quanto sia ancora valida la raccomandazione della nostra Pina di inserire nei pacchi, oltre all’indispensabile (farmaci) anche un po’ di  “tutto ciò che dona gioia”.

Cristo è risorto.  Carissimi amici tutti del Comitato, come state?

Voglio sperare, e lo chiedo a Dio con tutto il cuore, che stiate bene insieme alle vostre famiglie e a quanti entrano nella vostra vita di ogni giorno.     Oggi ho deciso di scrivervi usando l’allegato nella speranza di riuscire a spedire. Ieri per ben tre volte vi ho scritto direttamente stando in internet, ma al momento della spedizione, la rete era caduta e il mio messaggio perduto… Mi sento sempre un pò handicappata con il computer, ma non voglio rinunciarvi. È tanto bello pensare che, se non combino pasticci, fra un po’ questa mia sarà già sotto i vostri occhi!

Volevo prima di tutto comunicarvi che Mercoledì ho ritirato alla Posta il vostro pacco spedito il 5 di ottobre da Forlì. È arrivato intatto e il contenuto mi ha fatto saltare di gioia. Tanti occhiali e cosi belli! Ieri li ho dati ai nostri lavoratori che sono stati felicissimi e mi hanno chiesto di ringraziarvi, e continuerò a distribuirli, insieme al collirio arrivato tempo fa, a quanti in questo periodo si lamentano per il bruciore agli occhi. Le bambole e le macchinine le tengo per Natale affinché i nostri bambini giochino come giocò Gesù Bambino duemila anni fa. Grazie delle mutandine. Sto ormai esaurendo la grossa scorta dello scorso anno e quei sederini (tanti!) che ne hanno goduto, sarebbe bene che continuassero ad usare di questo che ad alcuni qui sembra un lusso. Grazie delle Vitamine che fanno sempre molto bene ai bambini e anche agli adulti dopo ogni attacco di malaria. Avrei bisogno di Ferro! Vorrei donarlo a irmã Lucia, operata di un mioma all’utero. Ha perduto molto sangue, prima e durante l’operazione, ed è rimasta debolissima. Anche Carolina è ancora molto debole. Al suo primo parto ha dato alla luce, con cesareo, due gemellini nati morti e poi è stata trasferita d’urgenza a Maputo da dove è tornata senza figli e senza forze. Irmã Zelta, che ha sempre l’Emoglobina molto bassa, mi ha chiesto Ferro perché quello che le hanno dato all’ospedale, le ha provocato una impressionante reazione allergica. Naturalmente, insieme al Ferro, al collirio, mutandine, giochi e occhiali, va tutto, tutto bene ed è ben presto usato e distribuito soprattutto al monte Rurupi dal nostro fratello che cura i corpi lacerati (tutte le biciclette sono senza freni e i ‘ciclisti’ su e giú per il monte finiscono sempre fra i rovi) e rallegra i cuori desanimati. Ho scritto cuori desanimati. È vero che è un popolo che ama le feste, il canto e la danza accompagnata dal tam-tam dei tamburi, ma è anche vero che negli occhi di molti si scorgono le ombre di sofferenze passate che hanno lasciato il segno.                                     

Dopo i mesi più freschi dell’anno, siamo entrati di colpo in quelli caldi; in alcuni giorni hanno parlato di 40 gradi e la terra nei campi è dura e secca. In compenso attorno alla nostra casa e da molte parti, sono spuntati tanti fiori che profumano  le notti avvolte dal silenzio. Poco lontano dalla nostra casa è stato costruito un ospedale nuovissimo, inaugurato qualche mese fà dal presidente della Repubblica Filipe Nyusi. L’ha donato la Corea del Sud, ma abbiamo saputo solo ora che quando i due paesi hanno firmato l’accordo,  la Corea del Sud ha fatto promettere al Mozambico che non vi avrebbero lavorato medici Coreani del Nord che qui a Quelimane sono numerosi e quasi tutti anestesisti.  Ci consola la certezza che Dio scrive diritto anche fra le righe storte, deformate dal nostro ottuso egoísmo, dalle nostre assurde paure e dalla durezza dei nostri cuori di pietra. Carissimi tutti, chiudo questo scritto e tento di mandarvelo.

Grazie ancora per quanto avete mandato. Il Signore vi ricompensi come Lui sa, Lui che conosce i segreti e i desideri dei cuori. Noi, vi auguriamo giornate serene e la pace del cuore, quella che nessuno ci può togliere e che a tutti possiamo donare.                                                                     .                                   Vostra sorella Agata monaca

 

PARLIAMO DI GIOVANI  (tra noi diversamente giovani)

 

     Il titolo non è uno slogan, forse una provocazione, certamente un programma: quello di voler continuare a sentirsi giovani nello spirito.

     E’ un programma che i soci del Comitato hanno ben realizzato, con la continuità del loro impegno, la qualità delle realizzazioni e l’apertura mentale.

     Questa apertura ha portato negli anni a preoccuparsi anche dei giovani di casa nostra con la consapevolezza che una comunità che non ha attenzione per i suoi giovani, non ha un grande futuro.

     Il campo Shalom, nato quasi per scommessa sulle tracce dell’Abbè Pierre e del campo Emmaus delle origini del Comitato, non è più solo un seme ma un vigoroso albero: i giovani dei primi campi hanno proseguito nel loro impegno, contribuendo alla raccolta degli indumenti nei cassonetti e ora, una volta al mese, a mettere ordine nel piazzale del Comitato. E non mancano di stimolare noi soci a fare di più.

     Da sette anni ormai il Comitato, con l’aiuto di un gruppo di ex insegnanti e professionisti, ha attivato il progetto Cittanostra che alla Scuola Media Maroncelli aiuta ragazzi in difficoltà a colmare le proprie lacune, a migliorare la propria capacità espressiva e di relazione coniugando studio e rispetto.  E non mancano le commoventi sorprese: un ragazzo del Bangladesh  ha pianto al ricordo del suo defunto insegnante Giorgio Mercuri, nel cui nome veniva assegnata una borsa di studio a una sua compagna di classe!

     Fin qui il Comitato ha agito principalmente da solo. Ma occorreva fare di più, aiutare tutte le realtà che si occupano di giovani, scuole, associazioni, e istituzioni a lavorare assieme.

              . Questa urgenza ha spinto il Comitato, con la collaborazione della Fondazione della Cassa dei Risparmi, del Comune e della Caritas, a promuovere diversi concorsi per le scuole sui valori di Annalena (la gratuità, l’accoglienza) che hanno prodotto risultati meravigliosi e che ora proseguiranno fino al 5 ottobre 2018, quindicesimo anniversario della morte di Annalena per diffondere nella comunità giovanile i semi di una convivenza pacifica.

     Creare comunità, appunto, costruire ponti, scavalcare i muri del disagio giovanile di cui si parla molto ma che ha così tanti aspetti e così diversi da scoraggiare anche le persone di buona volontà.

     A Forlì ci sono tante realtà che operano a favore dei giovani (educatori di strada, centri di accoglienza giovani,…), ma talora non a conoscenza delle rispettive attività e competenze: non occorre reinventare l’acqua calda, ma collaborare e sostenerci per fare meglio e di più senza sovrapposizioni.

     Il Comitato ha proposto questo ad un gruppo di Associazioni: darsi una mano a conoscere i luoghi e le ragioni del disagio per realizzare percorsi di crescita per i giovani verso un impegno e anche un lavoro.

     E’ un impegno non facile che attraverserà momenti di difficoltà, ma è importante credere che questa è responsabilità di ciascuno di noi!

 “Inventiamo! Non aspettiamo di essere istruiti. .  . .Dobbiamo inventare. L’amore è una questione                                  immaginazione.”(Annalena Tonelli)

Roberto

 

IN  RICORDO  DI  ANNALENA

 

   Sabato 11 novembre, nel giardino intitolato ad Annalena Tonelli in via Oberdan (di fronte al C.U.P.), recentemente rinnovato anche con la costruzione di un nuova struttura destinata ad eventi culturali e spettacoli, è sta scoperta, dal sindaco di Forlì, una stele dedicata ad Annalena.

 

 

ULTIME DECISIONI DEL CONSIGLIO DIRETTIVO

  • Italia – Forlì – su richiesta  della associazione  LVIA approvato un contributo di   €. 1.000 per sostenere l’attività di formazione nelle scuole sull’integrazione.
  • Etiopia – Soddo – padre Marcelllo Signoretti – deliberato un contributo di €. 10.000 per la costruzione di 4 miniappartamenti per una cooperativa di ciechi.
  • India – progetto di AMI di Faenza: contributo di €. 5.000 per l’acquisto di una clinica mobile per la cura dei lebbrosi
  • Camerun – don Gaetan Bissa – centro formazione professionale per ragazze madri: erogato finanziamento di €. 10.000 per un primo intervento.
  • Italia – Forlì – Cittanostra –  per il  doposcuola e l’attività teatrale che prosegue da alcuni anni presso la scuola media Maroncelli:  elargito un contributo  di  €. 5.825.
  • Burkina-Faso –  padre Patrice Nyanda  –  approvato un contributo di  €.  000 per borse di studio per studenti poveri.
  • Italia – Forlì – Elargito un contributori €. 5.000 alla Associazione Madre Speranza per la attività di case famiglia per l’assistenza ad anziani.
  • Italia – Forlì – deliberato un contributo di €. 5.000 ad un gruppo di lavoro per per l’attività di contrasto al disagio giovanile.

 

NOTIZIE  VARIE

        È partito il nuovo progetto “Annalena donna libera”  che coinvolgerà le scuole  a  svolgere  azioni  positive (progetti)  su  5  valori  fondamentali nella vita di Annalena:   I care:  (attenzione amorevole ed intelligente per gli altri);    Far fiorire:   (un  compagno  di  scuola,  un nonno);  Il perdono,  La nonviolenza,  La ricchezza delle differenze.    Le azioni si svilupperanno lungo tutto l’anno scolastico ed avranno la loro conclusione in un convegno che  si  svolgerà  dal  5 al 7  ottobre 2018,  quindicesimo  anniversario  della morte di  Annalena.   Il convegno è in fase di definizione e verrà presentato in uno dei prossimi direttivi.

Grazie all’impegno di Sergio Carrea è stata rintracciata  Irene Zavatti Mayo,  nipote di Roberta Zavatti Mayo,  a sua volta nipote della defunta  Elsa Zavatti, a cui spetta un lascito di €. 15.494, dal testamento di Elsa.

 

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      Accogliendo la richiesta,  che più volte abbiamo fatto su questo giornaletto,       di collaborare  mandandoci  notizie, testimonianze…..  e note varie,  Carmen ci invia questo dialogo estratto  dal  romanzo  “Pulvis et umbra”  di   A.  Manzini.

….. ”A proposito, lo sa che io avrei la soluzione per l’immigrazione africana nel nostro paese? …..”La vuole sapere?”  –   “Certo”.

“E’ molto  semplice;   si  fa  una  domanda  all’immigrato  appena  sbarcato.         A seconda di quale lingua parla, lo si manda nel paese d’appartenenza”.

“Si spieghi meglio”.

“Parla francese?  In Francia.   Parla inglese?  In Inghilterra.   Portoghese?  In Portogallo.   Italiano?  In Italia.   Perché francese, inglese, spagnolo,  non sono lingue native del Senegal, Angola, della Nigeria, del Corno d’Africa.  No, quelle sono niger-kordofaniane,  lingue sur,  semitiche.  Se parlano quelle europee  è perché un paese europeo per centinaia di anni ha occupato e sfruttato la terra  dei  loro nonni.   Quindi il minimo che ora quel paese colonizzatore possa fare       è ospitarli,  punto e basta.  Si chiama indennizzo”.

Rocco ci riflette sopra:  “ Non è del tutto sbagliato,  dottore”.

 

 

SONO VENUTI A TROVARCI AL COMITATO

Padre Giovanni Querzani, missionario nel Congo R.D., dove da anni assiste bambini e bambine togliendoli dalla strada, in un paese che si trova in una situazione molto precaria.

Padre John Britto,  da Madurai,  India, ove  anch’egli  assiste  famiglie che, particolarmente quest’anno, sono state colpite da una gravissima siccità.

Don  Marcello Vandi,  dal Venezuela,  dove  opera  da  anni  a  favore dei poveri che, in questi tempi, sono enormemente cresciuti per la gravissima situazione del paese in cui non si trova nulla, né cibo, né medicine neppure a pagamento.

Padre Marcello Signoretti,  da Soddo,  Etiopia, fondatore, con  l’aiuto  del Comitato  del  “Villaggio dei ragazzi sorridenti”  per  i  giovani  tolti  dalla strada e che ora sta estendendo la sua attività anche alle ragazze e altre persone in condizioni di difficoltà.

Il dottor  Stefano Cenerini,  dall’Etiopia  che,  oltre  all’attività  di  medico, assiste  famiglie  povere,  in particolare  col  sistema  delle  mucche,  pagate  da donatori  italiani  e  date  in  comodato a famiglie locali con l’impegno di allevarle, senza venderle o ucciderle.

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      Venerdi  10  novembre è  venuto al Comitato,  per una breve visita privata,  l’ex Presidente del  Consiglio Matteo Renzi.  Volendo visitare, nel suo giro per l’Italia, le realizzazioni più significative di ogni città, ha scelto,  a Forlì, l’Emporio della solidarietà ed il Comitato.

      Accolto  dal  nostro  Presidente  Davide Rosetti  che  gli  illustrato lo spirito e  la  storia  della  nostra associazione,  Renzi, in un breve intervento, ha ricordato, che, da giovane scout, è venuto a conoscenza della vita  e delle opere di Annalena rimanendone fortemente colpito.

     Davide   ha  approfittato  dell’occasione  per  presentare  i  dubbi  sorti con  la recente  legge  che  sembrerebbe voler assoggettare le ONLUS al regime IVA, il che creerebbe notevoli problemi  per  il  Comitato  e  quindi  per  le  tante  opere  che  sosteniamo.   Ha  auspicato  che  i  decreti  attuativi  della  legge, di prossima uscita, possano risolvere  favorevolmente il grave problema.

    Renzi, dopo aver espresso il proprio apprezzamento per l’ attività dell’Emporio e del  Comitato, ha  vivamente  ringraziato  per  l’omaggio delle  pubblicazioni sulla vita e le lettere di Annalena.

 

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